Prog Una Suite Lunga Mezzo Secolo


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Prog. Una suite lunga mezzo secolo


Prog. Una suite lunga mezzo secolo

Author: Donato Zoppo

language: it

Publisher: LIT EDIZIONI

Release Date: 2011-12-07T00:00:00+01:00


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Il 10 ottobre 1969 esce In The Court Of The Crimson King, il disco d’esordio dei King Crimson. È un album rivoluzionario, che cambia il volto della storia del rock. La copertina con l’uomo che urla, il caleidoscopio di sonorità ora lancinanti ora gentili, i lunghi brani dalle dinamiche tipiche della musica classica, l’atmosfera apocalittica ormai lontana dal sogno hippie: è il manifesto di una nuova corrente musicale. Si comincia a parlare di progressive rock. In America la stagione psichedelica sta giungendo al termine dopo il climax di Woodstock e la tragedia di Altamont, l’Inghilterra rivela la capacità di superare la forma-canzone per aprirsi alla classica, al jazz, al folk, all’elettronica. Yes, Jethro Tull, Emerson Lake & Palmer, Genesis, Gentle Giant, Soft Machine, Van Der Graaf Generator e tanti gruppi dell’underground sprigionano una nuova tensione compositiva, che aveva trovato una significativa radice nella rivoluzione dei Beatles di Sgt. Pepper. L’Europa diventa protagonista: anche Germania, Italia, Francia, Svezia, il Giappone e le Americhe diffondono il proprio stile progressivo. Dopo anni di capolavori e memorabili tour, durante la seconda metà degli anni ’70 termina l’era dei dischi concettuali, degli spettacoli altisonanti, dei progetti ambiziosi: punk e disco music spazzano via la pomposità del prog, ormai troppo lontano dalle radici rock. Solo durante i primi anni ’80 qualcosa di nuovo si muove: Marillion, Twelfth Night, IQ e Pendragon sono i protagonisti di una rinascita new progressive, un revival che nel corso degli anni stimola reunion storiche e coinvolge ogni nazione con una miriade di correnti e sottogeneri, dai Flower Kings ai Finisterre, dai Porcupine Tree agli Yugen, dagli Anglagard ai Dream Theater. Un’entusiasmante fioritura che persiste all’affacciarsi del nuovo millennio e che, tra nostalgie e slanci di innovazione, conquista ancora migliaia di appassionati.

Storie di Rock


Storie di Rock

Author: Innocenzo Alfano

language: it

Publisher: PM edizioni

Release Date: 2015-09-17


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Con Storie di Rock (2011) era stata compiuta un’importante ed originale opera di analisi degli anni ’60 e ’70, attraverso un approccio alla materia rigoroso e, soprattutto, lontanissimo dal caratteristico taglio agiografico — e di conseguenza superficiale — dominante, da sempre, nella musica rock. Con Storie di Rock. Volume 2 il percorso intrapreso quattro anni prima prosegue, anche perché, come sottolinea l’autore del libro nella parte introduttiva del testo, di cose da dire ce n’erano ancora… Prosegue e, probabilmente, si conclude anche, in compagnia, come al solito, di nomi sia noti sia (ingiustamente) dimenticati. Alla compagnia dei nomi va aggiunta quella di dischi, libri, luoghi, festival, concerti, curiosità, riflessioni critiche e, più in generale, dello spirito con il quale un simile progetto è stato portato a termine, ricordando ancora una volta che il rock è, o dovrebbe essere, principalmente un fenomeno musicale.

Quante strade


Quante strade

Author: Alberto Crespi

language: it

Publisher: LIT EDIZIONI

Release Date: 2013-05-22T00:00:00+02:00


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La canzone più celebre di Bob Dylan fu pubblicata nel 1963 sul suo secondo album, "The Freewheelin' Bob Dylan". Nel giro di poche settimane divenne popolarissima, grazie anche alle fortunatissime cover di Joan Baez e dal trio folk Peter, Paul & Mary. Si affermò come la canzone simbolo del movimento per i diritti civili, dopo che Dylan la eseguì davanti a Martin Luther King durante un'epocale manifestazione di protesta a Washington. Poi scomparve o quasi dal repertorio live di Dylan negli anni della sua clamorosa svolta elettrica, che suscitò entusiasmi e polemiche oggi difficilmente immaginabili. Riapparve alla ribalta sul palco del concerto per il Bangladesh, nel 1971, dove Dylan tornò a suonare dal vivo dopo il misterioso incidente di moto del 1966 ed eseguì di nuovo il suo "inno", su richiesta di George Harrison. Da allora, Dylan l'ha eseguita centinaia di volte, cambiandone spesso l'arrangiamento; e le versioni di altri artisti si sono moltiplicate, da Stevie Wonder a Neil Young, da Marlene Dietrich a Duke Ellington, facendone una delle canzoni più "reinterpretate" nella storia della musica pop. Al tempo stesso, la fama di "Blowin' In The Wind" si è intrecciata ripetutamente alla storia del XX e del XXI secolo. Basti pensare che ha provocato una disputa politico-teologica fra due Papi e ha incrociato le vittorie di Barack Obama nelle elezioni presidenziali Usa.