La Didattica Laboratoriale Una Strategia Per Promuovere L Inclusione Scolastica

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La didattica laboratoriale. Una strategia per promuover l'inclusione scolastica

L’apprendimento non va considerato solo come l'acquisizione di contenuti attraverso lo sforzo cognitivo individuale, ma anche come un prodotto sociale che emerge dalla collaborazione, dallo scambio, dal conflitto, dalle azioni, dalla negoziazione tra soggetti inseriti in un contesto, in cui anche le emozioni svolgono un ruolo determinante. Questo elaborato teorico, tesi conclusiva del percorso di Specializzazione per le Attività di Sostegno didattico agli Alunni con Disabilità per la Scuola Secondaria di Secondo grado, presenta la didattica laboratoriale rintracciandone sia i riferimenti teorici, sia il ruolo che può svolgere per favorire l'inclusione a scuola. Si sofferma, anche, sulla prospettiva inaugurata dall’OMS che guarda alla disabilità come ad una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. Sottolinea, inoltre, l’importanza, per chi svolge il ruolo di insegnante specializzato per le attività di sostegno agli alunni con disabilità, sia di progettare contesti e attività all'interno del contesto scolastico rivolte all’intera classe, sia di una continua riflessione su di sé, sulla propria esperienza di insegnamento/apprendimento e, quindi, di una formazione e auto-formazione continua, di un insegnamento vissuto e portato avanti come ricerca e sperimentazione. Il lavoro è stato presentato e discusso all'Università di Padova alla conclusione dell'Anno Accademico 2014-2015.
Social cognition e aggressività. Disamina del modello socio-cognitivo di Kenneth A. Dodge

Questo breve saggio, attraverso la disamina di alcune ricerche ormai divenute classiche, propone una chiave di lettura dell’aggressività e dei problemi ad essa collegati. Il modello è quello socio-cognitivo sviluppato dallo psicologo americano Kenneth A. Dodge. Si tratta di un “modello sequenziale a cinque passi” che mette in evidenza la relazione ciclica e reciproca che si stabilisce tra il comportamento sociale dei bambini ed il processo di elaborazione delle informazioni. Le abilità cognitive ad ogni passo risulterebbero fondamentali nell’inibire i comportamenti aggressivi e/o inappropriati e nel favorire i comportamenti competenti nelle specifiche situazioni socio-relazionali. All’origine dei comportamenti aggressivi potrebbero esserci degli errori sistematici nell’elaborazione delle informazioni, degli errori di attribuzione e dei veri e propri bias specifici, cioè tendenze sistematiche in un processo mentale accompagnate di solito da errori di ragionamento o di giudizio, che interverrebbero nel corso dei cinque passi: i bambini aggressivi non avrebbero alcuna difficoltà ad integrare gli stimoli sociali al proprio comportamento, non presenterebbero cioè una deficienza cognitiva, ma semplicemente distorcerebbero le informazioni a causa di un’aspettativa che gli altri si comporteranno aggressivamente nei loro confronti. Il modello, oggi, si presta per una riflessione utile alla progettazione di interventi finalizzati alla prevenzione del bullismo e del rifiuto sociale.