Imprese Private E Pubbliche Virtu Progetti E Visioni In Dialogo Sul Bene Comune

Imprese private e pubbliche virtù

Acceso e controverso, il dibattito sul rapporto fra pubblico e privato sembra una sorta di torre di Babele, una dialettica scandita dall’alternanza di corsi e ricorsi, da schermaglie e forme di collaborazione. Ma imprese e istituzioni pubbliche sono davvero inconciliabili o è possibile tracciare una strada comune in nome di quell’interesse collettivo considerato fin dall’antichità il fondamento della res publica? A questa domanda, e a tante altre che ne derivano, hanno provato a rispondere Simone Bemporad, con una lunga esperienza di comunicatore in grandi aziende, e Renata Codello, alfiere della gestione pubblica del patrimonio culturale, avvalendosi del contributo della rappresentante di un’organizzazione internazionale, di un economista, una dirigente d’azienda, un imprenditore. In un dialogo che si sviluppa sullo sfondo di Venezia, osservatorio d’eccezione «su quanto accade nel mondo», gli autori fanno luce sui molteplici punti di vista che i due termini della dicotomia chiamano in causa e analizzano teorie e progetti passati e presenti, interrogandosi sugli scenari futuri. Sfila così sotto i nostri occhi una serie di luoghi – dalle Procuratie vecchie al negozio Olivetti, da Punta della Dogana all’isola di San Giorgio –, tappe di un percorso «che procede a zigzag» fra i concetti di comunità, benessere individuale, scopo e profitto, competenze tecniche e pensiero umanistico. Un cammino che conduce al proposito ambizioso di dar vita a «un sistema interconnesso» fra nazioni, cittadini e imprese, in cui un approccio realistico alle sfide dell’ambiente e alla dimensione sociale del futuro si accompagni a una «visione olistica, onnicomprensiva» del mondo.

Imprese private e pubbliche virtù. Progetti e visioni in dialogo sul bene comune

Property Liberty and Self-Ownership in Seventeenth-Century England

The concept of self-ownership was first articulated in anglophone political thought in the decades between the outbreak of the English Civil War and the Glorious Revolution. This book traces the emergence and evolution of self-ownership over the course of this period, culminating in a reinterpretation of John Locke's celebrated but widely misunderstood idea that "every Man has a Property in his own Person." Often viewed through the prism of libertarian political thought, self-ownership has its roots in the neo-Roman or republican concept of liberty as freedom from dependence on the will of another. As Lorenzo Sabbadini reveals, seventeenth-century writers believed that the attainment of this status required not only a specific kind of constitution but a particular distribution of property as well. Many regarded the protection of private property as constitutive of liberty, and it is in this context that the vocabulary of self-ownership emerged. Others expressed anxieties about the corrupting effects of excessive concentrations of wealth or even the institution of private property itself. Bringing together canonical republican writers such as John Milton and James Harrington, lesser-known pamphleteers, and Locke, a theorist generally regarded as being at odds with neo-Roman thought, Property, Liberty, and Self-Ownership in Seventeenth-Century England is a bold, innovative study of some of the most influential concepts to emerge from this groundbreaking period of British history.