Roma in cocci

Roma in cocci

Publication Date: December, 1968

Publisher: Edizioni Palatino Roma

Pages: 221

Format: Hardcover

Author: Vittorio Metz

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Il nome di Vittorio Metz resta inevitabilmente legato, nel ricordo di chi ha passato la quarantina, agli ‘anni verdi’ del ‘Marc’Aurelio’ e del ‘Bertoldo’, ai personaggi e alle vignette che, nelle rubriche di quei fortunati periodici, hanno dato l’avvio a una nuova formula di umorismo non più ristretto ai vieti schemi tradizionali, ma diretto a colpire ogni aspetto della vita pubblica e privata italiana.
E tuttavia, col riferimento al ‘Marc’Aurelio’ e al ‘Bertoldo’, e dunque ai fasti e nefasti degli anni trenta - tornati oggi di moda non tanto, ci sembra, per urgenza di ripresa storica, quanto per motivi di dubbio gusto e di fittizio amore per le mascherate in ‘maxi-gonna’- non vorremmo mettere le ipoteche sulla possibilità di leggere gli ‘scherzi’ di Metz con la spregiudicata sensibilità di autentici contemporanei degli anni sessanta. I capitoli che compongono questo volume non sono stati scelti con la volontà di offrire al lettore un campionario di ‘esemplari’ testimonianze di un recente passato (anche se non è da escludere, in queste pagine, un implicito valore di documentario), bensì nella convinzione che ciascun ‘pezzo’, indipendentemente dalle date di composizione, conservi intatta una carica di vitalità capace di raggiungere i ventenni al pari dei sessantenni.
Convinzione che viene confortata dal taglio vivace, dalla freschezza e novità d’invenzione di questi bozzetti, sempre rifuggenti dalle chiusure di quel moralismo spicciolo di cui troppo spesso si nutre la satira di casa nostra.
Quanto al linguaggio, poi, che Metz fa parlare ai suoi personaggi, o parla lui stesso in prima persona, possiamo ben dire che esso assume il valore di prezioso documento di un armi-dialetto borghese (tanto vicino a Trilussa quanto è lontano dal Belli), i cui idiotismi e intercalari caratterizzano vivacemente la vita romana, ancora pressoché patriarcale e saldamente ancorata a strutture e costumanze tradizionali, degli anni anteriori alla seconda guerra, prima che la grande alluvione di forme gergali e di dialettismi d’importazione cancellasse anche le ultime tracce di un linguaggio nato e cresciuto nel perimetro della città. Modi proverbiali, definizioni pittoresche come ‘dormiva da piedi’, ‘ragazzini sporca-casa’, ‘ci volevano le binde’, ‘far olmo’, ‘rosso come un gallinaccio’, ‘freddo fregato’, ‘tirava una giannettina’; insulti bonari e commiserevoli come ‘povera storcinata’, forme spregiative come ‘casc’a pezzi’ e ‘cascam’addosso’, appartengono a un tipo di espressione allusiva e furbesca propria di una società sorniona e conservatrice, ancora organizzata in clan familiari.
Ed è questo il linguaggio che Vittorio Metz - grazie anche a un abilissimo intreccio sintattico di discorsi diretti ed indiretti - sa restituirci nel suo colorito più vivo, nelle sue punte più aguzze.
Filo conduttore dei 50 bozzetti che compongono questo libro, alcuni dei quali congenialmente illustrati da Attalo, è un itinerario ideale attraverso i vicoli di una Roma minore, mordace e scontrosa, ormai soffocata, frantumata e irreversibilmente dispersa dal puzzo e dal rumore delle automobili.